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"The idea of you"

  • info909442
  • 15 mag 2024
  • Tempo di lettura: 4 min

...o delle paure e del sessismo di e contro una donna di 40 anni e un uomo più giovane

(Anne Hathaway e Nicholas Galitzine nell'omonimo film di M. Showalter - non sono proprietaria dell'immagine!)


Qualche giorno fa mi imbatto nella recensione di un film di cui avevo visto il trailer, su Amazon prime. La recensione, di una scrittrice, mi ha colpita per i temi trattati e l'ho condivisa.

Poi però vincendo la mia riluttanza, mi sono concessa la visione del film e mi è piaciuto, Anne Hathaway è sempre bellissima e bravissima e Nicholas Galitzine è semplicemente divino, oltre a essere bravo.


Di che cosa parla il film? Una madre quarantenne porta la figlia e le amiche di lei ad un mega concerto, con i pass VIP e tutte le altre cose, finanziate dall'ex marito che all'ultimo momento si è tirato indietro e per puro caso conosce il cantante della boy band, gli August Moon, Hayes Campbell.

Lui è bellissimo, giovane, nel film ha 25 anni, nel libro 20, talentuoso, tra una cosa e l'altra lui la corteggia e finiscono insieme. Lei mente alla figlia, grandissima fan della band e le cose si complicano, le fan agguerrite iniziano a stalkerarla, le fanno sentire l'odio disgustoso di chi vuole che il suo sogno resti tale e che non sia una persona in carne e ossa e via discorrendo.

Il finale è quanto meno rappacificatore con tante cose.


Però va da sé che se nemmeno, come diceva la scrittrice che lo ha recensito, una rom com di Hollywood tralascia il fatto che una donna di 40 anni non può avere una relazione con un uomo più giovane, mentre il contrario sì, siamo messe male. In realtà il libro è peggiore e sono pentita :D di averlo comprato su kindle. Per carità, scritto bene, si legge bene, entra molto nei particolari, ma a parte la noia di veder elencati tutti gli accessori da fighetta per nome, le marche ecc, quindi il rimarcare sempre quello status, il finale del libro è quanto meno spiazzante.


Mi ha colpita che, di tutto quanto, proprio la protagonista, Solene Marchand, non abbia creduto (SI SPOILERO!) alla propria storia con una persona che amava.

Va bene considerare la differenza di età nell'odine di: niente è eterno, tra cinque anni io ne avrò quarantacinque e tu trenta e forse avrai cambiato idea, non ti darò figli, perché non mi metto a farne a questa età e cose del tutto ragionevoli, come il non voler subire su di sè e sulla figlia l'odio viscerale, ageista e sessista delle cosiddette fan, ma quello che mi ha colpita è che lei non si è mai data una chance. Sapeva che sarebbe finita. Punto. Non ha mai davvero provato a darsi una possibilità, a darla alla storia e in quello è assai più onesto lui, che a 20 anni, con l'incongruente spensieratezza di quella età, vuole a ogni costo che tutta la storia vada avanti, accettando che, forse, un giorno finirà. O anche no.


Vado sul personale. Mi sono sentita per anni così, in bilico, nel non cominciare niente perché "tanto finirà e male", com'era successo a quel matrimonio in cui avevo investito tanto, in amore e beni materiali. E come sono arrivata? Da sola, come un lampione in una notte di nebbia.

La solitudine non è mai una scelta ragionevole.

Il film lo promuovo, Hathaway e Galitzine sono bellissimi e bravissimi, ma il libro, scritto dalla attrice e scrittrice Robinne Lee, no. Pesante, ripetitivo nell'elencazione dei brand e soprattutto portato avanti con una protagonista che ha mille paure. Comprensibile lo spaesamento dell'età che passa, ma quando tutti le dicono: potrebbe finire bene, dai. Lei non ci crede.

Perché fa su di sé una profezia auto avverante: finirà male e quindi (SPOILER) fa di tutto perché le cose vadano come lei vuole che vadano, col sollievo, poi, che quell'auto sabotaggio, una volta che sia successo, le abbia dato ragione. No, Solene del libro non mi piace.

La capisco, mi ha fatto sorridere e mi ha incantata a volte, ma non mi piace. Forse perché è lo specchio di quelle paure ataviche che ci sono state inculcate da millenni di sistema dominante maschilista, il cui mantra è, sostanzialmente, se un uomo di 40 si mette con una persona di 20 è un gran figo, il contrario è aberrante e la prima a pensarlo è proprio la donna e questo, credetemi, questo maschilismo interiorizzato che fa dire a persone assolutamente deliziose, peraltro, che alla fine una donna deve fare "la persona seria" passata una certa età è davvero squallido.

Un uomo può essere Peter Pan for ever, una donna deve essere adulta e responsabile. Un uomo può cercarsi una partner più giovane e sfoggiarla a mo' di trofeo, una donna se lo fa, beata lei, ma è solo una "panterona, una mangia uomini, una tro*a" ecc.


Tutto ciò ci riporta alla annosa questione non solo sessista ma anche ageista. Dopo i trentacinque per la ns società non è lecito fare sesso, innamorarsi o scegliere di vivere come la si vuole. Quando recensivo Outlander, mi capitò di commentare una scena in cui due persone di oltre 50 anni, erano a letto assieme, nel beneamato diciottesimo secolo. La reazione di chi aveva visto quell'episodio fu per lo più di disgusto, insomma, ma che schifo, sono due vecchi...La cosa era stata più o meno definita così e mi ricordo che mi colpì la protervia di chi asseriva che certe cose non era il caso di farle vedere mentre quando la telecamera aveva ripreso il poderoso culo di Jamie Fraser mentre faceva sesso con Claire, allora sì, ettolitri di bava, perché erano due adulti giovani che facevano sesso. Quindi era omologamente giusto e giustificabile.


No, non ci siamo.

Non è questo il mondo in cui voglio vivere, l'amore o il sesso, non dovrebbero essere stretti in binari ben precisi. Va da sé, parlo per chi ama i paradossi, che intendo sempre persone maggiorenni, libere e consenzienti. Prima che a qualche cattobigotto venga in mente di metterci in mezzo chi non c'entra.


Quindi sì, The idea of you, su Amazon prime, è da vedere, una bella commedia romantica che fa riflettere e diverte, il libro? Risparmiatevi i soldi.


Alla prossima!

 
 
 

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