Film uscito in media ( e on demand) distribuzione al cinema nel 2016, per il debutto alla regia di David Leveaux, The Exception è tratto dal romanzo del 2003 di Alan Judd, non ancora tradotto in italiano.
Fornito di un cast di tutto rispetto, a partire dal grande Christopher Plummer che interpreta il Kaiser Wilhelm II a Janet McTeer, Hermine moglie del Kaiser, a Lily James che è Mieke de Jong e a Jai Courtney che veste la divisa del Capitano Stefan Brandt, racconta in modo romanzato e con larghi tratti romance storici le vicende del Kaiser, in esilio ventennale in Olanda, della sua speranza di tornare sul trono della Germania e di come questo possa diventare argomento di parecchie esistenze che ruotano intorno alla vicenda.
La trama è semplice: a Berlino qualcuno tra le alte sfere di comando del Terzo Reich è preoccupato che una spia inglese si sia infiltrata nella residenza olandese del Kaiser e che voglia eliminarlo. Anche se inviso al potere di Hitler, l'ex Re gode di un solido appannaggio e anche della considerazione se non umana, almeno politica del Reich, in quanto pedina che per adesso non si può spostare dalla scacchiera senza causare problemi al resto del gioco. In tutto ciò la storia "romance" tra Mieke e Stefan diventa l'elemento trainante e anche scatenante di vicende che corrono parallele a quelle del Kaiser Wilhelm II.
Il film ha ricevuto buoni consensi secondo larghe fasce di pubblico, la storia è piaciuta, le ricostruzioni sono state credibili e le interpretazioni davvero ottime, a partire proprio da Plummer che non ha assolutamente rivali e si nota come il cast, del tutto talentuoso, ruoti praticamente intorno a lui quanto a performance.
Che cosa non mi convince?
Il titolo indica Stefan, il fatto che lui, in mezzo allo schifo marcio del Nazismo sia più l'eccezione che la regola.
Ora senza fare tante anticipazioni per chi non lo ha visto, c'è ad ogni modo una considerazione di fondo necessaria sulla scrittura dei due protagonisti, su Mieke e su Stefan.
Lei è una olandese ebrea rimasta vedova e orfana di padre a causa dei nazisti, anzi, delle S.S. e questo dovrebbe darle almeno la possibilità di avere conati di repulsione ogni volta che vede una divisa di quel genere. Inoltre, se anche la sua repentina attrazione per Stefan possa in qualche modo avere una ragione di esistere, che spazia dal gusto personale nel trovare attraente chicchessia al fatto che sia la motivazione molla della storia romance, non ha però sostanza nel momento in cui il tutto inizia con un tentativo di sesso, imposto, dove non c'è parità di forza e dove il rapporto sbilanciato è uno stupro gentile, se posso usare una simile espressione. E quando è lei a tornare alla carica, per dirla così, attratta da Stefan, quello che mi lascia perplessa è come mai, sebbene l'uccisione di padre e marito sia per lei un dolore cocente che sbandiera qui e lì in alcune parti del film, non sia però sufficiente da farla comportare in modo coerente con il Capitano Brandt. Va bene che lo trovi attraente (Courtney è una grande scelta!) ma il marito morto ammazzato non ha alcun posto? Se lo aveva sposato non amandolo, perché se ne fa scudo emotivamente? Se lo amava, perché non è minimamente combattuta? Perchè Brandt sta bene in divisa ma senza è anche meglio? Mh. Non regge molto, non più di cinque minuti, almeno.
Lui è un Capitano di quella macchina da guerra che era l'esercito nazista e che, però, per aver visto un atto di orrore, si è ribellato e ha scampato la corte marziale per un soffio. Ha sensi di colpa e di schifo e sul corpo porta una ferita che lo menoma. Emotivamente è menomato da quello che è successo. Eletto capo delle guardie a protezione del Kaiser, Stefan tenta di assolvere questo suo compito con dedizione, fedele al proprio giuramento alla Germania. Ma quando lei rivela di essere ebrea, la battuta di lui (...io no) è terribile, non fa ridere e non gli dà quello spessore corretto. Se essere ebrea non era un problema, perché il padre e il marito di lei sono stati assassinati in quanto tali? Se era un problema, perché lui non ha una reazione più veemente? Inoltre la sua storia con Mieke lo porta a fare determinati passi su diverse decisioni, è amore? E' umanità? E' tutto insieme? Non si capisce.
Il film romance viene portato avanti più secondo caposaldi stereotipici che con una scrittura profonda dei personaggi. Il più riuscito è quello del Kaiser Guglielmo II, il meno riuscito è proprio quello di Mieke che, invece, doveva essere l'aspetto fondante: una olandese ebrea spia di Churchill.
E' come quei fuochi di artificio che promettono cose splendide e dopo due scoppi cadono giù senza troppi sfavillii.
Il finale è la parte meno scricchiolante del film, sebbene lasci qualche punto di domanda ma stavolta in senso positivo e mi è piaciuto, decisamente.
Il mio parere su questo film è che poteva essere scritto in modo migliore riguardo, almeno, ai due personaggi protagonisti del romance. Le loro motivazioni storiche per finire insieme sono quasi nulle, quelle umane sono appena accennate. Nonostante ciò il film mi è piaciuto, per altri motivi e gli assegnerei un sei.
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