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Possession - Una storia romantica

  • info909442
  • 28 gen 2022
  • Tempo di lettura: 4 min

"Possession" (in italiano anche "Una storia romantica") è un film del lontano 2002, compie giusto venti anni, fresco come una rosa. O quasi. Il regista è Neil LaBute e gli interpreti principali sono Gwyneth Paltrow e Aaron Eckhart nei ruoli rispettivamente della dottoressa Maud Bailey e del ricercatore Roland Mitchell.

La storia si basa su un libro del 1990, un romanzo della tuttora vivente Antonia Susan Byatt, la quale parrebbe principalmente nota per questo suo lavoro, ma prometto che cercherò sia questo che altro.


L'impianto narrativo del film è ben strutturato, su due piani che scorrono dapprima parallelamente e poi si sovrappongono, creando un'alternanza che in alcuni tratti è deliziosa e in altri superflua e ridondante.

Non me ne vorranno gli appassionati del genere, che amo anche io, le storie romantiche (da scrittrice romance vorrei ben vedere) ma non si sentiva il bisogno della seconda storia, quella moderna, che non ha accresciuto né ha sottratto a quella vittoriana alcun ché di rilevante.

Vado con ordine, spero.


La trama è semplice: Roland Mitchell durante un lavoro di routine sul poeta vittoriano Randolph Henry Ash, proclamato Poeta di corte dalla Regina Vittoria nonché Poeta Laureato, trova delle lettere che quegli avrebbe scritto indirizzandole ad una non meglio specificata donna. A parte l'aver trovato degli originali e averli sottratti illecitamente dal volume preso in prestito dalla libreria per la consultazione, Roland non solo non si pone alcun tipo di scrupolo ma vuole andare a fondo, indagare su una scoperta tanto sensazionale che, se venisse alla luce, riscriverebbe l'intera biografia dello sposatissimo e innamorato della moglie Poeta Laureato.

Quasi sicuro che le lettere siano per la poetessa (lesbica e con compagna tale Blanche Glover, interpretata da una compressa, creativa e innamorata Lena Headey) Christabel LaMotte, Roland contatta Maud Bailey, discendente nonché studiosa della poetessa stessa e quindi fonte assolutamente attendibile. Un passo dietro l'altro i due scopriranno un mondo nascosto, composto di più piani e livelli, intessuto di passione, dapprima solo letteraria, quasi cerebrale, ma che cosa ci innamora davvero, il senso o la mente? E poi fisica, una impetuosa storia d'amore, ovviamente clandestina, tra Christabel e Randolph.


Il film procede tra alti e bassi, tra le smorfiette di Gwyneth Paltrow che se era adorabile nei panni di Emma Woodhouse con quelle espressioni furbe e simil leziose che, però, le stavano d'incanto, qui è semplicemente rigida, finanche algida, tranne in un paio di occasioni, in cui le arde il fuoco negli occhi blu. Si alternano le vicende dei vittoriani con quelle dei moderni e come detto prima a parere mio non c'era alcun bisogno della storia di amore moderna, anche perché non si capisce bene basata su che cosa, a parte l'avvenenza fisica di due persone che la Natura o Iddio o i Numi Benigni hanno fatto bellissime e questo non basta, come non basta lasciarsi trasportare dall'amore profondo, ossessionante, appassionato e terribilmente doloroso dei due Vittoriani per trovarne una copia che possa essere sufficiente per intrecciare la benché minima relazione.

Mi ha delusa questo rapporto, avrei preferito che tra loro ci fosse complicità e non una balbettante attrazione, che ci fosse amicizia e non "che si fa? Si va a letto o no?" e solo dopo, con una base sulla quale sviluppare una relazione, per quanto ancora al principio, ma promettente, avrei dato vita, magari anche facendolo capire a chi guarda il film, che probabilmente per loro una speranza c'è.


Questo è l'unico neo di un film che francamente trovo splendido, ambientazioni, costumi, recitazione, benigni Dei ho trovato meravigliosi Jeremy Northam nei panni di Randolph e Jennifer Ehle in quelli di Christabel, davvero facevano scintille con gli sguardi, si percepiva un mondo sotterraneo e fluido di passione, di amore, di intesa, di totale comunione.

Al confronto la storia di Roland e Maude è l'acqua del bicchiere quando ti lavi i denti.


Nonostante ciò vale del tutto il prezzo del biglietto, metaforicamente parlando, il film è ben costruito e la recitazione c'è, come tutto l'impianto narrativo, la scazzottata finale del ricercatore americano, perché Roland Mitchell è statunitense (bellissima la battuta sull'Inghilterra come colonia preferita) è stata un sollievo.

In fondo, Aaron Eckart è un bravo attore, davvero, molto bravo, ma qui temo che ci sia solo perché all'epoca era sulla cresta dell'onda e poi perché come ragazzone romantico americano ci stava un gran bene. Delizioso l'amico avvocato ma ho un debole per Tom Hollander. Gwyneth Paltrow è una brava attrice, ma qui è più diva che attrice e l'ho trovata migliore in altri ruoli (ad esempio nel remake di Delitto perfetto con Michael Douglas e un irresistibile Viggo Mortensen), qui soffre di una scrittura del suo personaggio decisamente claustrofobica, non riesce mai ad emergere e di sicuro non riesce a far vedere chi sia davvero Maude e quel mondo che nasconde in sé e del quale, in teoria, Roland si innamora (se si vuole fare il parallelo della storia tra Christabel e Randolph). Ci sono sullo sfondo temi fortissimi assolutamente usati da specchietti, da trigger, come la poetessa lesbica, il femminismo, la relazione conflittuale tra uomo e donna ma anche tra donna e donna, che se approfonditi, anche un minimo avrebbero dato spessore, se non altro alla parte moderna del film che risente troppo di un cliché investigativo.


In conclusione? Se non lo avete ancora visto, vedetelo, Luca Ward che doppia Aaron Eckhart è qualcosa di bello e questo è uno di quei film che raccontano il nodo e il fulcro di tutto il nostro esistere: l'amore che va vissuto, che fa diventare folli di gioia, che fa recidere legami che parevano eterni, che ne crea altri, che fa ammalare, suicidare, soffrire e morire. Eppure, l'amore è l'unico bene che, se mancasse, la vita sarebbe cenere, non varrebbe lo sforzo che si compie ogni singolo giorno.




 
 
 

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