Il romance che vorrei leggere: basta stereotipi!
- Cristina Barberis
- 17 feb 2020
- Tempo di lettura: 5 min
Questa mattina, complice la vista della recensione dell'ennesimo romance sui sette mari, con protagonista eroina stereotipata, e con conseguente scrittura della stessa decisamente già letta mille volte, ho sentito l'esigenza di dire la mia sul genere.
Scrivo romance storici, per lo più, ma spesso anche paranormal e fantasy e post apocalittici. Ogni genere ha, in sè, un certo numero di cliché che vorrei vedere abbattuti, prima o poi. Parlando più in generale, quello che vorrei leggere è, provo a riassumere:
1 - Protagoniste "vere". Avete presente la splendida Claire Beauchamp Fraser della saga di Outlander? Perché piace Claire? Perché è scritta in modo egregio, perché ci viene presentata come una donna forte, di buon cuore, con una grande empatia, una gande capacità di immedesimazione, una acutezza mentale che la salva, spesso, dai guai in cui cade non per sua volontà...Claire è un personaggio "vero" perché ha pregi e difetti, non è una super eroina senza paura, teme per sè, teme il dolore fisico ed emotivo, ha paura per i propri cari, perde la testa, qualche volta, oppure prova rabbia, odio, poi si pente, ma li prova e non sono mai e dico mai immotivati. Ecco, sicuramente ce ne sono tante scritte così, ma io ne ho lette davvero poche.
2- Basta con lo stereotipo: non ne posso più di leggere di donne che non sono mai salite su una nave e mercé il fatto che sono bellissime, ce ne fosse una meno bella del sole eh, conquistano il cattivo/corsaro/pirata solo con lo sventolare dei capelli, mostrano coraggio indomito che non viene mai spiegato da dove derivi, non c'è una crescita della personaggia in questione, sanno fare tutto, iper skillatissime già dalla prima volta che mettono piede sulla nave o, al più, è grazie al padre/zio/nonno/mettere pg maschio danaroso a caso, che loro, essendo salite sulla nave da piccole ne hanno imparati tutti i segreti solo "vedendo" i marinai al lavoro...Non ci si rende conto che quello del mare è un regno a parte e senza scomodare tritoni e affini, vivere su una nave richiede anni di pratica, anche solo per capire il gergo meramente tecnico che si usa. Una nave è come una leonessa, non la cavalchi se non la conosci e, anche in quel caso, guai a non stare all'erta. Oppure ci sono le classiche bellissime segretarie che si innamorano del capo bellissimo et fascinoso ma fatuo, perché passa di donna in donna e allora loro partono lancia in resta per farlo cambiare. Ma perché? Se lo reputano idiota, perché volerlo? Solo perché ricco di addominali? Immensa tristezza! Oppure sono delle bellissime inconsapevoli, solo loro hanno specchi di legno a casa e solo loro si vedono scialbe, ma tutti le vedono bellissime e non capiscono come mai anche lei, la vera eroina, non si reputa, non si valuta per quel che è. E poi ci sono quelle lasciate dal maschio alpha beta gamma delta di turno, masticate e trattate come poco di buono che, però, lui ancora brama e sogna perché lei è la sola che lo ha amato anche se lui è un escremento fumante e la cerca, la vuole, la bracca e lei, alla fine, cede, ma lo fà a prezzo di sacrifici tremendi...Potrei continuare...Ma davvero vogliamo leggere queste cose? Sul serio non si riesce a fare a meno di certa spazzatura?
3 - Basta con la tipizzazione. Vorrei leggere storie romance di lesbiche, di persone non binarie, di persone di età avanzata, di donne che hanno superato i cinquanta e che amano, senza che nessuno affibbi loro, nemmeno tra le lettrici, i soliti insulti maschilisti di "zoccola mangia uomini". Vorrei leggere storie in cui le protagoniste sono persone normali, in un romanzo ambientato in un anno qualunque della Roma Imperiale non sono, guarda il caso, le figlie ribelli del senatore cattivo e/o stupidotto. Ma davvero è così difficile capire che anche Ipazia di Alessandria, che sia sempre benedetta, era, pur se eccezionale, immersa nel suo tempo? Anche lei, che combatteva, fino al sangue, perché alle donne fosse riconosciuto lo stesso valore e le stesse possibilità degli uomini? Le donne dei romance hanno quasi sempre il terribile difetto di essere delle precorritrici dei loro tempi, sono tutte delle ribelli, che vogliono leggere e/o studiare, che vogliono viaggiare, che vogliono comandare l'azienda di famiglia anche se vivono alla porta accanto a quella di Robespierre e, quindi, in un momento storico decisamente diverso dal loro sentire. Ma sul serio ci sono state tutte queste donne con questi ideali? E da dove li prendevano, dal momento che nella maggior parte dei casi erano allevate per essere delle brave donne di casa e delle brave mogli? Il loro unico desiderio era sposarsi, per avere una propria casa e dei figli e non finire povere tra i vicoli sudici e mendicare in bettole o prostituirsi. Jane Austen è passata a caso? Le sue protagoniste, alla fine, che cosa vogliono davvero? Sì, il matrimonio e perché? Perché non sono abbastanza dotate di immaginazione o determinazione o perché sono figlie dei loro tempi e quindi non possono prescindere dall'avere un marito per vivere?
4- documentarsi. Quando ci si approccia ad un romanzo è buona cosa documentarsi, non solo se le carrozze erano phaeton o ancora calessini, ma proprio calarsi nella mentalità dell'epoca e se Moll Flanders è passata come pioggia sui monti, allora leggere e leggere ancora. Non basta nominare tutte le parti di una nave se sopra, poi, ci mettiamo una che non c'è mai salita ma che sa tutto solo guardando perché è la nostra eroina, ne facciamo una Mary Sue insopportabile. Documentarsi è alla base di tutto. Anche se quel mondo lo creiamo noi in un romance fantasy, dare coerenza al mondo, stabilire leggi e regole così che chi si muove all'interno di esso sappia quello che fà. Partire da una base solida e documentata, non se ne può più di lenzuola al profumo di lavanda nelle bettole del 17°secolo o dei corsetti, nominati a casissimo, che sono sempre quelli ammazza persone di Scarlett O'Hara quando sono diversi tra loro dalla prima volta che sono comparsi all'ultimo che è stato usato. Basta sciatteria.
Sono francamente stanca di prendere un romanzo ambientato nell'antica Roma e leggere di lei che è ricca o figlia di senatori, solo perché questo aiuta chi scrive a sorvolare sui milamille problemi da affrontare se la lei di turno fosse una che lavora nella fullonica o serve ai tavoli in una popina o è una pettinatrice e quindi schiava della ricca di turno. Come sono stanca di leggere di protagoniste che inciampano dappertutto ma che sanno fare ogni cosa e delle quali si innamora il ragazzo più bello/popolare/ricco, non si sa mai bene né perché né quando, giacchè non è mostrata in nessuna maniera una sola delle caratteristiche di lei che dovrebbe far innamorare lui. E poi basta lei e lui, mi piacerebbe anche lui e lui e lei e lei e senza gli stereotipi pruriginosi o drammatici. Mi piacerebbe leggere di persone di sessanta anni che si innamorano e fanno sesso e che siano benedetti, perché l'amore non è una merendina che possono mangiare solo quelli dai quindici ai trenta. Mi piacerebbe leggere di storie in cui la protagonista, qualunque sia il suo periodo storico, ha emozioni e sentimenti che siano coerenti, se è analfabeta è chiaramente quasi impossibile che abbia una reale profondità di pensiero perché, udite udite, a pensare ci si allena, a formulare pensieri e quindi riflessioni dobbiamo essere aiutate, condotte, qualcuno ci insegna a pensare. I pensieri che ci solcano la mente sono frutto di chi siamo, quindi anche delle nostre esperienze che si sono mosse nel periodo storico in cui ci troviamo.
Ce la faremo a scrivere cose migliori? Lo spero, davvero e grazie a tutte/i coloro che ci provano, grazie davvero.
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