I segreti di Wind River
- info909442
- 19 dic 2021
- Tempo di lettura: 2 min

I segreti di Wind River (Wind River) è un film del 2017 scritto e diretto da Taylor Sheridan.
Nel cast principale ci sono Jeremy Renner (Cory), Elizabeth Olsen (Jane), Graham Greene (Ben), Jon Bernthal (Matt) e Gil Birmingham (Martin).
La trama è semplice e quasi nota, per chi si è mai soffermata a cercare di conoscere la condizione dei Nativi Americani nelle riserve.
Cory Lambert, esperto cacciatore di predatori nonché agente del FWS, facente parte del Dipartimento degli Interni e che si occupa della flora e della fauna selvatica, chiamato dal padre della ex moglie per indagare su un capo ucciso forse da un grosso predatore, rinviene il cadavere di una ragazza della riserva di Wind River.
Sul posto per aiutare nelle indagini arriva una volenterosa ma quasi inutile agente del FBI tale Jane Banner che, collaborando con Ben Shoyo, il locale capo della polizia tribale nativa, porterà a termine un ingrato, pericoloso, terrificante compito o, meglio, terrificante è la scoperta del motivo della morte della ragazza.
Siamo dalle parti di quelle correnti sotterranee che non rientrano nelle normali statistiche: le donne Native che, puntualmente, a centinaia, sono picchiate, stuprate, barbaramente assassinate e fatte sparire.
E' terribile la nota finale del film che parla di statistiche di omicidi e atti criminosi debitamente assegnati in base alla demografia per ogni Nazione Nativa, ma all'interno di quei numeri quelli riguardanti le Donne Native rimangono sconosciuti.
Il film è volutamente scarno, violento, anche l'apertura in cui si vede uccidere un lupo, da noi specie protetta e nel film trattato come predatore che sta per assalire un gregge. O nella ricerca della leonessa di montagna e dei cuccioli. O nelle uccisioni quasi perfette di tutti coloro che hanno contribuito allo stupro di Natalie, la ragazza che è trovata morta, che si scoprirà amica della altra ragazza morta, figlia di Cory, e all'uccisione barbara di Matt, il compagno di Natalie. Entriamo in un mondo, il Wyoming ghiacciato e pieno di neve, che il regista Taylor Sheridan, autore anche della sceneggiatura, delinea con chirurgica, drammatica e nuda realtà affrontando la perdita della identità (emblematica la battuta di Martin che si dipinge il viso in quella che vorrebbe fosse la sua "faccia di morte" ma che non sa se sia corretta o meno perché non c'è più nessuno che possa insegnarglielo) dei Nativi, il ricorso alla droga, all'alcol, il drammatico numero di stupri su donne e bambine, sia da parte dei Nativi che di quelli "al di fuori" della Riserva. E in ultimo ma non per ultima l'amministrazione federale che fa acqua e non bastano agenti coraggiose o empatiche per saldare l'enorme debito.
E' un film che andrebbe visto ma, ve lo dico, sapendo di affrontare scene di violenza con agghiacciante puntualità e nel tratto finale del film, in cui assistiamo all'epilogo che abbiamo voluto e sperato per l'intero svolgimento narrativo, sapere che stiamo plaudendo a quello che è un atto di giustizia molto crudo e molto terreno.
Comments