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Bridgerton - La serie

  • Immagine del redattore: Cristina Barberis
    Cristina Barberis
  • 27 nov 2020
  • Tempo di lettura: 14 min


Confesso di aver atteso con grande aspettativa la serie originale Netflix "Bridgerton" tratta dai romanzi (il primo Il Duca ed io) di Julia Quinn. Ho preparato i popcorn e mi sono messa comoda.

L'apertura dà subito il tono, un'ampia panoramica di Londra in una mattina soleggiata, ma non troppo, uccellini che cinguettano e musica che prende spazio, raccontando come stanno le cose. Ci troviamo in Grosvenor Square, nel 1813, mentre la visuale dai tetti scende in picchiata in strada e ci offre una visione colorata di personaggi che passeggiano, ecco che arriva la voce di Julie Andrews a immergerci totalmente nell'atmosfera e guardare gli abiti delle passanti o le carrozze o le facciate delle case diventa una farandola di colori che stupisce e vorrebbe restituire il tono frivolo dell'era Regency. I costumi sono importanti in una serie tv storica, non devono sembrare appena usciti dalle mani della sartoria né troppo usati. Il giusto connubio. E, soprattutto, devono essere storici. Ecco, questi non lo sono, non del tutto, sembravano un po' un misto tra Lady Oscar, l'anime e un Regency alla Via col Vento. Ma andiamo avanti, su questo ci torneremo.

Siamo abituati a pensare alle persone che vissero in quel lasso di tempo, quello della Reggenza (1811 - 1820 durante il quale dichiarato inabile a regnare il legittimo Re Giorgio III fu posto sul trono il Principe del Galles Giorgio, il quarto di seguito) come ad un periodo austero nel quale gli uomini erano tutti rigidamente sussiegosi e le donne spensieratamente impelagate in mille regole. Già la magnifica Jane Austen distoglie questo nostro pensiero e lo riporta nel giusto binario, nell'epoca Regency era sì facilissimo cadere in disgrazia ma non per questo le persone restavano prigioniere dell'etichetta senza muovere un dito. Insomma o si scavavano definitivamente la tomba oppure assurgevano a vette interessanti. Manteniamo questo in secondo piano, lo tireremo fuori come l'altro filo, quello dei costumi.

La voce di Julie Andrews, che si rivelerà essere un personaggio chiave, ci porta in due famiglie le cui figlie sono "buttate nel mercato matrimoniale come scrofe al macello" quella del Barone Featherington e quella della vedova del visconte Bridgerton. Quindi non siamo ( e non avremo mai questo piacere suppongo) dalle parti di macellai o segretari o semplici istitutrici, ma in quelle di famiglie abbienti che aspirano alla vetta della società.

I numerosi fratelli e sorelle, Eloise dalla voce di aquila e dai modi di carrettiere, Colin e Benedict e un'altra pletora di volti che al principio si fatica a mettere insieme, Daphne che scende vestita regalmente con tanto di strascico, si incontrano coi dirimpettai, i quali seguono il loro stesso percorso, perché tutti diretti ad un evento di natura epocale per ogni ragazza appartenente alla buona società. Il maggiore dei Bridgerton, diversamente occupato nell'unica cosa che gli riesce bene, li raggiungerà più tardi.

Piccola digressione: la strizzatura nel corsetto della maggiore delle baronessine ricorda un po' Scarlett O'Hara stretta allo stesso modo da Mamie, ma vagamente. Se si vuole mettere in chiaro che i corsetti erano strumenti di morte per le donne, ci si è riusciti, ma quando ho visto la magnifica Polly Walker che interpreta Lady Portia, mi sono distratta un po' e ho seguito lei invece che il piccolo inserto della vestizione che dovrebbe dare la misura della sofferenza femminile per apparire in modo acconcio ai dettami della moda.

Noi seguiamoli (qui appare uno dei personaggi più attraenti che ci sono in questa serie cioè Pen, Penelope Featherington, l'ho amata subito e mi ha fatto quasi non detestare Eloise, che in pieno 1813 grida a sua sorella di sbrigarsi in un modo che avrebbe fatto andare in visibilio una lavandaia...Non scherziamo, sì giovanette cresciute coi fratelli, ma non fratelli cresciuti per strada, pur sempre figli di visconte!) ed ecco che fa la sua comparsa la leggiadra Daphne (Phoebe Dynevor), vestita un po' alla Josephine Beauharnais più che come una fanciulla inglese di buona famiglia nella prima parte della Reggenza.

Mentre tutti partono, dove sarà il maggiore dei Bridgerton? A fare sesso, all'aperto, mentre il povero valletto gli dà la schiena. La scena, messa così, con nonchalance per dirci con una pennellata chi sia Anthony Bridgerton sarebbe anche "simpatica" se non usasse l'espediente dell'orologio. L'ho trovato di cattivo gusto, no, non fa ridere.

I giovani Bridgerton sono stati chiamati in ordine alfabetico, cosa pratica secondo i loro genitori. Nel romanzo, Anthony è completamente differente. Capisco che le esigenze di una serie tv e quelle di un romanzo siano diverse così come ambiti e soluzioni, ma creare un antagonista quando c'era un protettore fa un po' pensare.

Arriviamo a quello che dovrebbe essere il palazzo reale (con un soldato, sulla sinistra, chiaramente proveniente dai possedimenti inglesi di oltre Manica) nel quale c'è un rito importantissimo: Sua Maestà la Regina attende le giovani debuttanti per riceverle e dare così inizio alla Stagione della ricerca di marito. Qui la prima frenata brusca della mia povera piccola mente un po' ottenebrata dal sale dei popcorn...La Regina ...Nera? Ora, chiunque mi conosce sa che sono la persona più inclusiva al mondo, quindi se la serie fosse stata moderna, avrei goduto nel vedere finalmente rappresentata la realtà così come realmente è, senza nascondere dietro al cowboy bianco tutto il resto del mondo, cioè neri, spagnoli, italiani, tedeschi, francesi, belgi, suore cattoliche, omosessuali ecc...Si usava negli anni 50 e 60 del secolo scorso, grazie a ogni divinità oggi non si fa più. Ma le cose storiche bisogna che siano storiche.

Presa dallo shock sono andata a cercare le mogli di Re Giorgio III e Re Giorgio IV e vi assicuro che nessuna delle due erano nemmeno lontanamente somigliante a colei che dovrebbe essere la Regina. Se non avete visto Sanditon, la serie tv, ve la consiglio, pur avendo qualche vampata moderna, ha però ineccepibili basi e possenti mura storiche a sostenerla e l'ereditiera contesa da tutti che proviene però dai Caraibi ed è quindi nera diventa l'oggetto dello sprezzo aperto e palese di ricchi, che pur hanno la mira sulle sue ricchezze, e di poveri che la trattano da pezzente. Fa male vederlo,certo, ma era la realtà. Del resto se pensiamo ai nostri giorni, rammentate il matrimonio dei Duchi di Sussex il 19 maggio del 2018? Ricordate la marea di occhi puntati sulla madre della sposa, rea di essere nera e americana e quanto le fosse contato ogni gesto? Fu detto che era una grande apertura della Corona Inglese l'accettare una nera, l'americana divorziata c'era già stata, ma della madre? Io rammento la rigidità di quella donna, costretta, con gli occhi puntati addosso di milioni di persone, a non muovere nemmeno un muscolo senza rifletterci mille volte e perché? Perché la sposa non era nobile? No, perché era nera. Il razzismo è una triste realtà che spero sarà debellata presto, ma non a scapito della storicità.

Entriamo nel salone, la Regina è in posa poco regale, di traverso sul trono, annoiata, da qualcosa che è un rito terrificante per molte delle ragazze presenti. Anche qui...E' un momento solenne, è vero che i Reali sono persone come noi, ma la vedreste mai la Regina Elisabetta II di traverso sul trono come se stesse lì per appisolarsi? Non scherziamo, per favore, non è un ricevimento privato della Regina ma un momento solenne e pubblico. Non ci siamo.

Purtroppo nonostante la buona volontà di Lady Portia, la maggiore delle sue figlie, dopo un'entrata che voleva sembrare forse comica, sviene e la Regina la guarda disgustata, mentre Daphne procede altera e regale e riceve non solo quel "Impeccabile, mia cara." della Regina ma anche un bacio di approvazione sulla fronte. Ovviamente se la Regina è nera anche la sua dama di compagnia sulla sinistra lo è mentre l'altra ha chiaramente tratti asiatici. E nessuno ci trova da ridire.

Daphne è radiosa e raggiante e sua madre anche, escono dalla Sala con l'ammirazione di tutti stampata addosso ma la voce di Lady Whistledown ci fa notare che più in alto si sale più rapida sarà la caduta.

Qui arriva la sigla che mi è piaciuta, a dire il vero, cerca attraverso simboli ed elementi in "legno" di riportare alla mente di chi vede qualche elemento storico ma i colori fluo mi hanno davvero disturbata.

La serie è stata creata e scritta da Chris Van Dusen ed è stata già annunciata la seconda stagione, quando di Sanditon, invece, che ha assai più pregi la seconda stagione è stata cancellata prima di iniziarla. Forse si potrebbe realizzare se...Ed è triste che leggi di mercato determinino la vita di opere pregevoli.

Ed ecco che con una musica accattivante un bambino porta in giro e distribuisce a chiunque un foglio che farà la fortuna o designerà la disgrazia di intere famiglie. Si tratta del "Lady Whistledown's society papers" un foglio ripiegato in tre che esplicita con nomi e cognomi tutti i pettegolezzi riguardanti la buona società. Se i pettegolezzi esistevano, anzi, erano all'ordine del giorno in una epoca in cui tv, radio, internet non esistevano, è davvero possibile che non vengano sussurrati più o meno apertamente da orecchio ad orecchio ma siano stampati e come dice il romanzo, poi venduti per cinque penny? Quello che nel romanzo è un espediente geniale per riassumere le voci di strada o di salotto, nella serie tv diventa una antesignana dei giornali scandalistici che si divertivano a gettare fango su personaggi famosi e che hanno venduto, e talvolta ancora vendono, milioni di copie. Basta pensare alla defunta Principessa Diana che riempiva, anche non volendo, milioni di pagine di quelle robacce anche solo con un'uscita pubblica e non dimentichiamo che quando ebbe l'incidente i fotografi la seguivano a bordo di scooter.

Il pettegolezzo non è un'arte, è un abominio, ma in un'epoca, come detto, dove le forme di comunicazione erano essenzialmente orali, viveva gloriosamente.

Daphne si sta spogliando come se fosse rientrata adesso dalla presentazione, quindi mi chiedo, quella era di mattina presto e questo è pomeriggio? E nel caso come ha fatto la sagace lady scribacchina a dare in stampa già tutto il resoconto? O altrimenti perché il mattino dopo Daphne ha ancora quell'abito indosso? Ad ogni modo tra le battute salaci di Eloise, eletta personaggio simpatico della serie, e le speranze romantiche di Daphne le ragazze Bridgerton e la loro madre ammirano i nuovi vestiti coi quali parteciperanno ai vari eventi mondani. Il tanto disprezzato foglio viene però elogiato per aver definito Daphne "diamante di prima qualità."

Chi non ha preso bene i pettegolezzi è Lady Portia che nel suo salotto, con le figlie che studiano le miniature dei possibili pretendenti e Pen che tenta di dissuadere sua madre a farle fare il debutto quest'anno, invano, aspetta la povera cugina lontana: Marina Thompson. La quale, dopo tutte le congetture, si rivela assai bella e... nera, da quale campagna della Giamaica verrà?

Ora per me Ruby Barker è molto bella e anche brava ma... Di che cosa stiamo parlando? Una parente nera significa che la famiglia del barone si è imparentata con degli abitanti delle colonie... Ricchi, possibilmente. Mentre Marina è povera.

Non vorrei ma devo, l'abito di Lady Portia ha un tessuto che richiama altre epoche, qui è fuori posto.

Ed ecco che a cavallo arriva il Duca di Hastings. Nel libro è bianco, occhi azzurri (di ghiaccio sono definiti e così intensi da mettere in soggezione l'interlocutore) e capelli neri. Il bellissimo Regè- Jean Page è sì un attore eccellente ma del tutto fuori parte per quella di Lord Simon Basset alias Duca di Hastings. Perché questa scelta? Per mettere nel novero degli eccellenti, cioè i protagonisti, un attore che in qualunque moderna serie sarebbe stato perfetto e nella storica no? Non lo so, questa non è inclusività o realtà, ma revisionismo storico. Pratica odiosa e molto pericolosa.

Simon è vestito a metà tra Mr Darcy e George Wickham in divisa e il connubio fa male a vedersi. Non ha classe né portamento e nel romanzo si dice che, al di là della balbuzie che lo affliggeva da bambino, lui è un lord fatto e finito, per quanto egli non voglia somigliare al defunto padre.

Simon finisce di bere dalla fiaschetta nel piccolo piazzale antistante la residenza di Lady Danbury che è ovviamente nera. Non mi ripeterò. Se il white washing è odioso, anche il suo contrario è decisamente scadente. Sappiamo che Lady Danbury darà un ballo quella sera e che appena le madri in cerca di marito per le figlie lo sapranno, il Duca scapolo sarà la preda ambitissima, egli prega la conoscente di non invitarlo ma non serve, tutto è deciso.

Facciamo una conoscenza di Siena, il soprano, appena più lunga, la ragazza solfeggia in teatro e subito dopo lei e il primogenito dei Bridgerton si sbattono reciprocamente addosso a pareti e letti per fare sesso selvaggio. Mi chiedo spesso quanto i lividi aiutino nelle pratiche amorose. Anthony le promette che non la lascerà mai e che le sarà sempre accanto, ma deve andare, il ballo aspetta. Una delle cose che ho apprezzato molto è stata la ricostruzione di piccoli particolari tipo i carnet di ballo disposti in bell'ordine sul tavolo, con le loro matitine. Elementi preziosissimi, dichiaravano preferenze e relazioni.

Il ballo di Lady Danbury è ambitissimo e lì si decidono molti dei matrimoni e dei destini delle debuttanti, che vediamo cercare di "vendere" le loro qualità al pretendente di turno. Lo sfarzo è enorme, ovviamente non manca la ricca giovanetta nera vestita di giallo, mentre Pen spasima per Colin Bridgerton, sua madre spettegola con le sue amiche/nemiche, ecco l'entrata trionfale di Daphne, bellissima, tra madre e fratello primogenito.

Che succede? Tutti la ammirano, tutta la vogliono ma Anthony come un mastino allontana ogni possibile pretendente e quando gli viene fatto notare che così la sorella non riceverà proposte lui ribatte che così, invece, sarà desideratissima.

Per sfuggire a Lord Benbroke, una piaga su due gambe, Daphne si imbatte nel più classico dei modi, lo scontro, con il Duca e solo l'arrivo di Anthony, amico di vecchia data di Simon, fa sì che il Duca capisca che Daphne non fingeva ignorando chi fosse. La serata però finisce con Daphne che ammiratissima, scappa via come Cenerentola con il fratello che la scorta.

Il mattino dopo non c'è quel trionfale sciamare di uomini alla porta dei Bridgerton, mentre inizia in sordina e poi sempre di più in modo quasi esagerato, il via vai dai Featherington per ...Marina Thompson.

L'unico pretendente di Daphne è proprio l'odioso Benbroke, odioso perché stupido fino al midollo. Del resto la linguacciuta Lady Whistledown ha definito Daphne una delusione e si chiede se la Regina, che vediamo vestita come venti anni prima, a dire poco, non debba ricredersi.

Daphne vorrebbe andare al prossimo evento senza il fratello che, a differenza del romanzo non aiuta sua sorella, che ha debuttato da due anni, a sbarazzarsi dei pretendenti, ne ha rifiutati quattro, perché vuole che lei sposi per amore, ma le ostacola in ogni modo la strada con delle pretese forse giuste per lui ma ingiuste per lei che, adesso, è addirittura superata dalla misconosciuta miss Thompson. Però non si può perché Anthony ha deciso il calendario, siamo in aprile, fino a giugno. Quando oramai, probabilmente, potrebbe esser tardi. Il vestito della più piccola delle Bridgerton è una esplosione di tessuto anni 60, sembra un po' le aliene di Star Trek.

In una passeggiata a cavallo Daphne esprime ovviamente tutte le sue rimostranze al fratello per il suo comportamento che tende ad azzannare i pretendenti, non a respingerli gentilmente e in quel modo nessuno di loro si farà avanti con lei e quanto vale una donna? Vale esattamente per un lasso di tempo brevissimo, quello in cui deve splendere per farsi sposare. Dopo di che la sua vita sarà un seguire le sorti di marito e, si spera per lei, figli.

Le donne sono state merce di scambio tra famiglie fino a ieri l'altro.

L'incontro al club tra Anthony e Simon ci porta in uno spaccato del mondo maschile fatto di carte, liquori, scommesse e totale relax. Ho apprezzato questo mostrarci la differenza enorme tra il mondo maschile e quello femminile nelle medesime circostanze, anche se si è usato il solito stereotipo della solidarietà tra uomini e la velenosità delle finte amiche tra le donne.

Sotto lo sguardo dispiaciuto di Pen sembra che alla mano di Marina Thompson sia proprio Colin il più probabile dei vincitori. Non riesco però a decifrare lo sguardo del barone sulla ragazza...La vuole per sé? Ne è solo attratto?

Ad una serata mondana a teatro Daphne fa il suo ingresso con la madre e dopo aver cercato di non guardare Lord Benbroke, le due sono richiamate in modo piuttosto plateale da Lady Danbury che si trova vicino la Regina. La quale, all'arrivo della debuttante, mostra disprezzo e non le risparmia la frecciata sullo splendore e sulla impressione fatta, per quanto poco sia durata. Le due Bridgerton siedono al palco con Lady Danbury e mentre Daphne ammira estasiata la voce di Siena, sua madre e l'altra complottano per combinare il matrimonio tra Daphne e Simon Basset.

Perciò in una "tranquilla" cena a casa Bridgerton troviamo anche il Duca proprio vicino a Daphne che, abbandonata la sua radiosa ingenuità, inanella una serie di sconcertanti battute salaci rivolte al Duca libertino, trattandolo, quindi, da moderna eroina che non si interesserebbe mai di uno che è così chiacchierato e soprattutto così poco onesto.

Questo, nel 1813, lo avrebbe fatto solo con atti, evitando la frequentazione di un notorio libertino o lo avrebbe fatto per lei il parente maschio più prossimo. Se Lizzie Bennet ha dalla sua la vivacità e il temperamento che la spingono a dire apertamente a Darcy una parte dei propri pensieri, non la rendono però mai maleducata e Jane Austen, nella Reggenza, ci è vissuta. Sapeva quindi di che cosa parlava.

Segue l'unico momento davvero godibilissimo dell'intera puntata ovvero sia il confronto tra Anthony e sua madre e se il primo tratta con distacco da primogenito la donna che gli ha dato la vita, l'altra dimostra una classe ineccepibile nel rimettere al suo posto un uomo che, per ora, sembra un po' confuso tra essere il primogenito o il capo di casa.

Purtroppo, però, se ciò genera che Anthony lasci Siena, genera altresì, ed è il vero rammarico, il prendere l'unica decisione davvero odiosa per la sorella: darla in sposa a lord Benbroke.

Un passaggio che ho apprezzato moltissimo sono state le ferite sulla schiena di Daphne per rivelare quanto i corsetti a lungo andare creassero problemi anche esterni a chi li indossava.

Alla serata dell'accensione dei fuochi a Vauxhall la radiosa Daphne non è più così né radiosa né felice, perché la Lady scribacchina continua imperterrita nel narrarne la caduta, dando vita, come sempre fa un pettegolezzo, alla condanna a morte sociale della ragazza, innocente di tutto ma rea di avere un fratello imbecille.

La serata è scintillante, i balli a dir poco esuberanti, quando Colin si avvicina a Pen in cerca di miss Thompson, che è "malata" ed è rimasta a casa, alla umiliazione che miss Cowper infligge alla povera Pen reagisce da cavaliere e la porta a ballare. Molto ben fatto, bravo Colin.

L'arrivo del Duca, assediato dalle ragazze in cerca di marito mi ha strappato una risata ed è stata forse la scena più comica e più riuscita dell'episodio, anche se poco storica, diciamolo. Ragazze che si fiondano addosso ad un uomo e lo toccacciano per attirarne l'attenzione sarebbero state bollate tutte indistintamente molto ma molto male.

Mentre tutti ammirano l'accensione delle lampade, uno spettacolo magnifico, e sua grazia il Duca si allontana dalla scena, veniamo a conoscenza del motivo per il quale Marina non è al ricevimento: non ha sanguinato, ovvero sia da un mese che è a casa della baronessa Lady Portia non ha avuto il suo mestruo. Unico motivo è aver perso la verginità e, soprattutto, è aspettare un figlio. Lo scontro tra le due, Lady Portia che finalmente può cacciare la rivale delle figlie e Marina è a dir poco prevedibilissimo con Marina che si mette in zona di tiro dello schiaffo da qualche momento prima. Un frangente in cui la differenza sociale poteva essere tratteggiata meglio ed è stata una debacle. Sconvolta dalla notizia ferale circa la decisione di Anthony di farle sposare lord Benbroke, Daphne si rifugia in giardino ma purtroppo viene avvicinata dal lord che cerca, dopo che lei lo respinge chiaramente, di aggredirla sessualmente. La corsa del Duca, in salvataggio, finisce con la visione del destro magnifico di Daphne sul viso di Benbroke.

Ed è argomentando in modo chiaro, finalmente, circa la condizione di una donna che non può, al contrario di un uomo, dichiarare senza esser ricoverata in manicomio, di non volersi sposare, che a Simon viene in mente un brillantissimo piano: lui e Daphne si fingeranno innamorati e così tutti gli uomini, visto che Daphne è niente di meno che al braccio di Sua Grazia, potranno desiderarla di nuovo come moglie e cercare di levargliela. Così lui eviterà l'assalto delle madri feroci e lei potrà tornare in auge, tanto che, mentre danzano e sono perfettamente appaiati, sentiamo proprio la spiegazione del piano che, inevitabilmente, sembra accendersi come un fuoco e illuminare ogni singola persona presente. Se Lady Bridgerton è felice, non lo è suo figlio e l'episodio si conclude con una bellissima musica e la promessa di Lady Whistledown che ci svelerà come i due si siano innamorati.

Che dire? Credo di esser stata chiara ma riacciuffo i due fili, come promesso, cioè la assoluta e inaccurata storicità degli abiti e il cadere in disgrazia o ascendere a vette eccelse. Sui primi credo che ci sia poco da aggiungere, tranne l'aver pasticciato con tessuti e linee, se in una qualunque serie tv storica si allargano gli scolli oltre il consentito e si sciolgono i capelli delle donne, al pari di prostitute per accrescerne la sessualizzazione o anche la identificazione più moderna, pratica orrida, a dire il vero, l'ascesa e la caduta sociale erano pagate a duro prezzo, entrambe e non basta avere un titolo per essere accettati, così non avreste mai visto in auge né un Duca chiaramente nero né una Lady che contava, nera, né ovviamente una Regina nera. Non si può ignorare che la serie si propone tratta dai libri di Julia Quinn che co sceneggia il tutto e mi chiedo, allora, com'è che da un Regency storico, su carta, si sia passati ad un pasticcio del genere? Se si segue l'intreccio romance, è accattivante, anche se ovviamente si capisce da subito che Simon e Daphne si innamoreranno, fa parte del cliché usato dalla scrittrice, ma se si esula da questo, il voto sulla storicità della serie è decisamente basso. Probabilmente vedrò il secondo episodio. O forse no.

Ci devo pensare.

 
 
 

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